Cecilia Sala è una giornalista italiana nota per il suo lavoro di inviata in zone di conflitto internazionale e situazioni di grande tensione sociale. Autrice del podcast Stories, prodotto da Chora Media in collaborazione con la Repubblica, collabora anche con “Il Foglio”. Nel dicembre 2024, Sala si è recata in Iran per documentare le proteste scaturite dalla morte di Mahsa Amini, deceduta sotto custodia della polizia morale iraniana nel 2022. Il suo obiettivo era raccontare le sfide e il coraggio della popolazione iraniana, in particolare delle donne, che si oppongono al regime nonostante le severe restrizioni imposte dal governo. Durante questa missione, Sala è stata arrestata dalle autorità iraniane. Detenuta nel carcere di Evin noto per ospitare dissidenti e giornalisti, Sala ha affrontato isolamento e lunghi interrogatori. Ha dichiarato: “Non è stata minacciata la mia incolumità fisica, ma ho preso in considerazione la possibilità di perdere la vita. In un Paese con punizioni definitive, la paura è inevitabile”. La vicenda ha sollevato preoccupazioni in Italia e a livello internazionale. Le autorità iraniane hanno negato che l’arresto fosse una ritorsione politica, ma la coincidenza con il caso di Mohammad Abedini, ingegnere iraniano arrestato in Italia nel 2023 su richiesta degli Stati Uniti per spionaggio industriale, ha sollevato ipotesi di scambio. Abedini era oggetto di numerose richieste di estradizione da parte dell’Iran. Il 10 gennaio 2025, Cecilia Sala è stata liberata e poco dopo anche Abedini è stato rilasciato. Sebbene le autorità italiane non abbiano confermato ufficialmente uno scambio, le tempistiche suggeriscono un legame tra i due eventi. Sala ha ringraziato chi si è mobilitato per lei e si è detta pronta a tornare al suo lavoro di giornalista. La vicenda, dunque, mette in luce le difficoltà dei reporter in contesti repressivi e il ruolo cruciale della diplomazia nelle crisi internazionali, sottolineando l’importanza della libertà di stampa.

S.C. e B.M.
 

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