“Si lavora per vivere e per sentirsi vivi, non per morire”. Sono queste le parole che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha usato per ricordare quanto le morti sul lavoro feriscano la società. Molti definiscono i continui incidenti una strage silenziosa, come silente è la prevenzione degli infortuni, così come la formazione sulla sicurezza, silente è il controllo degli organi competenti. Nel 2024, i numeri in Italia evidenziano un aumento delle morti sul luogo di lavoro rispetto al 2023. Difatti, nel 2024 sono morti circa 1000 lavoratori sul posto di lavoro. Questi dati, per quanto già corposi, rappresentano dei numeri in difetto, poiché bisogna tener conto anche delle morti di tutti quei lavoratori non regolari. Si tratta soprattutto di lavoratori stranieri, la cui scomparsa non verrà denunciata da nessuno. Da poco è iniziato il nuovo anno e, solo pochi giorni fa, un ragazzo di 19 anni, a Caserta , è morto per una fuga di ammoniaca, nella stessa azienda dove il 31 dicembre era stato schiacciato da un muletto un altro lavoratore perdendo la vita. Lascia sgomenti, dunque, il fatto che ancora oggi, a fronte di tutti questi casi, la sicurezza non sia considerata un valore al pari di altri. Questo ragazzo sorrideva alla vita e, assunto da pochi giorni, aveva tanti sogni da realizzare. Un ragazzo che muore non è solo un numero in più, un nome su una lapide, deve essere una voce che si aggiunge all’urlo di protesta che forse fatichiamo ad emettere. Non restiamo in silenzio.
M.S.