Uno dei fenomeni giovanili più diffusi di recente riguarda le blackchallenge. A tal proposito abbiamo intervistato il Prof. Cosimo Scarpello, scrittore e direttore del cortometraggio “ Una medaglia per Isa.” Professore, quale idea l’ha ispirata nella scelta dei personaggi e quale messaggio contiene il suo corto? L’idea è quella di dissuadere gli adolescenti dal misurarsi in queste sfide estreme con l’intento di collezionare like e followers, talvolta però ignorano altri metodi come lo sport per superare i propri limiti, quindi se stessi. Isa , con la sua storia vuole trasmettere questo. Quali tecniche di ripresa ha usato per girare il cortometraggio? A cosa è dovuta la sua scelta di far recitare studenti del nostro istituto? Ho usato le tecniche tradizionali del campo e controcampo nei dialoghi e quelle delle riprese con il drone e le inquadrature più larghe nelle scene di azione. Mi sono avvalso di attori professionisti e neo-attori, che si sono dimostrati veramente capaci di immedesimarsi in questi ruoli. Il cortometraggio è stato realizzato con la collaborazione dell’Arma dei Carabinieri. Ci spiega come è stato possibile ottenere la loro disponibilità, visto che è molto difficile che l’Arma si presti a tali collaborazioni? Ammetto che non è stato semplice. Alla fine , però, la perseveranza ha vinto. A Roma hanno dato l’ok perché hanno ritenuto il progetto valido e interessante, tanto che si sono congratulati con il nostro dirigente per la brillante iniziativa educativa. Abbiamo poi intervistato Maura Ferraro, protagonista del corto. Maura , tu nel corto interpreti la vittima e dialoghi con Isa di persona, come ti ha coinvolto questa scena? Vi era complicità tra te e Isa? Se si, ti è stata d’aiuto? La realizzazione della scena non è stata per nulla semplice in quanto il dialogo era forte dal punto di vista emotivo, ma per fortuna la complicità con Sabrina Montrone, l’attrice che interpreta Isa, ha giocato a mio favore. Ci sono delle scene del corto che ti hanno impressionata particolarmente? Si , tra tutte le scene, quella che mi ha sicuramente impressionato di più è quella girata nella caserma dei Carabinieri, luogo in cui l’unione tra il mio ruolo e il contesto rappresentato mi hanno fatto sentire di appartenere a quella realtà. L.M.

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